IL PRESIDENTE DEL PROCESSO ETERNIT – LA SENTENZA DI PRIMO GRADO
Torinese d’adozione dal 1976 al 2013 ha svolto l’attività di magistrato con funzioni di Pretore, di giudice per le indagini preliminari e di giudice del dibattimento, fino a ricoprire la carica di Presidente della Prima Sezione Penale del Tribunale.
Il suo profondo senso di giustizia, le sue spiccate doti di giurista, la sua esperienza, la sua dedizione e la sua onestà intellettuale gli hanno permesso di occuparsi al meglio di molti casi complessi e delicati nel corso della sua lunga carriera.
Ha sempre svolto il suo lavoro in modo serio e scrupoloso, valutando con attenzione prove e documenti , rispettando i ruoli di accusa e difesa, giungendo a prendere le sue decisioni senza condizionamenti, motivando con grande competenza i suoi provvedimenti. Consapevole della grande responsabilità che comporta amministrare la giustizia in nome del popolo italiano.
Casalbore è stato il presidente del collegio che si è occupato del famoso processo Eternit contro i vertici della multinazionale dell’amianto istruito dal Procuratore Guariniello e dai sostituti d.ssa Sara Panelli e dr. Gianfranco Colace.
Il dr Casalbore è riuscito a compiere un’impresa considerata impossibile per molti- grazie alle doti organizzative, al piglio, alla sua capacità di arrivare subito al cuore dei problemi, in sole 66 udienze, il più imponente processo – per la mole di documenti, per le migliaia di parti civili (circa 6400), per il numero di avvocati italiani e stranieri (quasi un centinaio), di consulenti e testimoni – in materia ambientale è arrivato a decisione in meno di due anni. Con una sentenza le cui motivazioni sono state depositate nei termini previsti di 90 giorni.
Alla presenza di giornalisti e televisioni di tutto il mondo il dispositivo della sentenza è stato letto il 13 febbraio 2012 dal Presidente Casalbore; ci sono volute più di tre ore ed anche in tale occasione il Presidente ha dimostrato le sue grandi doti di uomo e la sua tempra.
Si tratta di una sentenza storica, che tutela i deboli, destinata a fare giurisprudenza non solo in Italia, ma nel mondo, secondo quanto ha riferito alla stampa lo stesso procuratore dr. Raffaele Guariniello.
La sentenza ha riconosciuto la penale responsabilità degli imputati Stephan Schmidheiny e Luis de Cartier, rimasti contumaci, condannandoli a 16 anni di carcere. Riconoscendo inoltre milioni di euro di risarcimento sia agli Enti, Associazioni, Sindacati costituiti parte civile che alle vittime o ai loro familiari per le posizioni non prescritte.
Il Sig. Pesce per l’Associazione Famigliari Vittime dell’Amianto di Casale Monferrato appena appresa la notizia della morte del Presidente Casalbore lo ricorda così: “mi dispiace molto, noi dell’Associazione abbiamo partecipato a tutte le udienze, in tale occasione abbiamo avuto modo di apprezzarne il rigore, l’attenzione alle prove, la rettitudine morale e l’approfondimento al fine di accertare la verità.
Ha emesso una sentenza storica nel mondo non solo perché si è occupato del problema dell’amianto nel suo complesso, ma soprattutto perché ha riconosciuto la responsabilità dei vertici di una multinazionale, cosa che non accade mai.
E’ stato impressionante sentirlo leggere per ore ed ore la sentenza, senza bere un sorso d’acqua. E’ stato molto emozionante ascoltare il lungo elenco di nomi delle vittime. Anche in ciò ha dimostrato un carattere molto determinato”.
Altri dati del processo1) seimila persone si sono costituite parti civile. Per tutte le tutte le parti costituite, il Tribunale ha svolto un adeguato approfondimento probatorio;
2) settantacinque avvocati di parte civile, provenienti dai Fori di Torino, Casale Monferrato, Alessandria, Genova, Reggio Emilia, Bologna, Avellino, Nola, Torre Annunziata, Nocera Inferiore, Salerno, Aosta, Busto Arsizio, Milano, Grosseto,Roma, Palermo, Pistoia. Sette avvocati stranieri dei Fori di: Canton Zurigo (SW), Francoforte (D), Bruxselles(B),Parigi (F), Seine St. Denis (F). Tre avvocati difensori degli imputati, del Foro di Roma, Milano e Torino. 3) otto udienze sono servite soltanto per la verifica di costituzione delle parti e per le questioni preliminari proposte; 4) diciannove udienze per consentire alle parti di illustrare le conclusioni, richieste e repliche; 5) un centinaio di testimoni e consulenti tecnici richiesti dalle parti, mentre sono state sentiti altri testi disposti dal Tribunale; 6) trent’otto udienze perl’istruttoria dibattimentale: il Tribunale, composto dal Presidente, Dott. Giuseppe Casalbore e dai Giudici, dott.ssa Fabrizia Pironi di Campagna e dott.Alessandro Santangelo,ha tenuto conto dello svolgimento del processo, nel rispetto delle esigenze probatorie, del contraddittorio tra le parti, tenuto conto della celerità ed economia processuale. La perfetta organizzazione adottata dal Tribunale, ha evitato che l’enorme numero di parti paralizzato il processo. 7) la storia della produzione dell’amianto del gruppo Eternit, oltre ai centri, paesi e Città Italiane, hanno interessato i seguenti Stati esteri Europei: la Gran Bretagna, il Belgio, la Cecoslovacchia,la Francia,l’Olanda,l’Austria,l’Italia, l’Ungheria,la Spagna,la Svizzera,la Germania e,trai paesi non europei con miniere d’amianto,figurano:il Canadà,il Sud Africa, con Rhodesia, Svatzland. I depositi di Amianto più significativi si trovano negli Stati Uniti,nell’ex Unione Sovietica, in Cina e in Italia ( la miniera di Balangero nelle Valli di Lanzo, in Provincia di Torino).Gli imputati sono rimasti contumaci convinti, evidentemente, che il processo non giungesse a conclusione.
Come detto, In meno di due anni si è concluso il dibattimento ed è arrivata la sentenza di condanna di primo grado,con decisione di risarcimento a persone, Enti, Sindacati e Associazioni. Nella sentenza d’appello la Corte ha confermato la sentenza aumentando la pena.