Giuseppe Casalbore, la lunga e incisiva attività al servizio della giustizia

Un lungo elenco di cose fatte                    

Il dr Giuseppe Casalbore ha svolto la sua carriera di magistrato fino all’ultimo con  grande  impegno e  passione.

 Si ricorda di seguito brevemente la sua storia professionale che dimostra “l’eccezionale preparazione giuridica”  di cui il consigliere era dotato, più volte riconosciutagli dagli addetti ai lavori.
 
Laureato in giurisprudenza nel 1970 presso l’Università degli studi di Napoli con il massimo dei voti, il dr Giuseppe Casalbore è stato nominato uditore giudiziario nel 1975, ed ha svolto il tirocinio per circa otto mesi a Roma e per altri otto mesi a Salerno, fino a quando non è stato destinato a Torino con funzioni di pretore nel 1976.
        
Dal 15 settembre 1976 al 24 ottobre 1989, ha  prestato servizio come pretore presso la Sezione penale e, a seguito dell’entrata in vigore dell’attuale codice di procedura penale, ha svolto le funzioni di giudice per le indagini preliminari presso la pretura fino al 10 ottobre 1994 quando, su sua richiesta, è stato destinato alla sezione dibattimento, dove è rimasto fino all’entrata in vigore della normativa sul giudice unico, con la quale la Pretura è stata soppressa. E’ perciò entrato a far parte del Tribunale, dove ha svolto le funzioni di giudice del dibattimento presso la prima Sezione penale  fino al gennaio 2009 quanto è diventato  Presidente di Sezione.
 
         Il dr Casalbore ricordava sempre come appena assunte le funzioni, abbia dovuto affrontare seri e non facili problemi, di carattere giuridico e ambientale, dettati soprattutto dal fatto che in Torino si svolgeva il c.d. processo Curcio e ciò creava un ambiente di particolare tensione, ma soprattutto faceva sì che i brigatisti presenti in carcere spesso commettessero reati, quasi tutti di competenza pretorile.
 
Nei numerosi processi che ne sono conseguiti, assegnati al dr Casalbore, egli è  stato tra i primi a rimettere gli atti alla Corte Costituzionale per la questione di legittimità relativa alla pretesa degli imputati di autodifendersi senza l’assistenza del difensore, questione decisa dalla Corte con la interessante e innovativa sentenza n. 125 del 1979, in cui per la prima volta si affermava che l’inattività del difensore non andava ritenuta in contrasto con l’irrinunciabile diritto di difesa, garantito dalla obbligatoria presenza del difensore.
 
Nel corso degli anni, ha avuto modo di occuparsi ovviamente di numerosissimi procedimenti nei quali, fino all’ottobre 1989, ha contemporaneamente svolto la doppia funzione di giudice e di pubblico ministero, che caratterizzava la figura del Pretore vecchia maniera.
 
Oltre ai procedimenti per reati previsti dal codice penale, si è  occupato di molti reati in materie specialistiche, soprattutto con riferimento a questioni in materia sanitaria, urbanistica, alimentare,  emittenza radio-televisiva, igiene e sicurezza dei lavoratori, malattie professionali e così di seguito.
 
Alcuni dei processi  trattati hanno pure suscitato l’interesse degli studiosi della materia e degli organi di informazione, anche a livello nazionale ed internazionale per la rilevanza degli interessi in discussione e per la rinomanza dei personaggi coinvolti.
 
Basta ricordare, a tal riguardo, il processo relativo alla ritenuta illegittimità delle trasmissioni di emittenti televisive e radiofoniche oltre l’ambito regionale che, tra le altre, vedeva coinvolte le emittenti all’epoca dei fatti Fininvest, oggi Madiaset, Canale 5, Italia 1 e Retequattro; il processo per l’importazione di autovetture fabbricate in Spagna e recanti il marchio di un’azienda italiana, senza la specifica indicazione del luogo di fabbricazione, celebratosi a carico dei due maggiori azionisti FIAT che avevano dato corso a tale operazione, e a carico dell’allora amministratore delegato di FIAT Auto:  la relativa sentenza è ancora oggi richiamata in manuali e riviste giuridiche nello studio della disciplina dettata dall’art. 517 del codice penale.
 
A seguito dell’entrata in vigore dell’attuale codice di procedura penale, il dr Casalbore  ha ritenuto di dover sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale numerose questioni di rito e  fa piacere rilevare come la maggior parte delle argomentazioni in esse sostenute siano state condivise dalla Corte ( v. Corte Costituzionale – ord. n. 503/90 in relazione alla sent. n. 445/90; ord. n. 182/ 92; ord. n. 397/93 in relazione alla sent. n. 130/93).
 
In alcuni casi (quelli riguardanti le questioni relative all’art. 275 del codice di procedura penale, come modificato dal D.L. 14 luglio 1994, n. 440) non è stato più necessario il giudizio della Corte per l’avvenuta decadenza del decreto legge.
 
Non meno rilevanti, sul piano giuridico, sono stati alcuni processi riguardanti problematiche relative ai reati omissivi impropri e, in particolar modo, ad infortuni sul lavoro, a malattie professionali ed alla c.d. colpa professionale medica che, in taluni casi, hanno attirato l’attenzione pure dell’opinione pubblica, per la fama che accompagnava alcuni imputati, medici di rilievo nazionale ed internazionale (es. processo Dor).
 
Il dr Casalbore ha avuto modo di occuparsi, inoltre, sotto vari aspetti pure del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (c.d. legge Bossi-Fini), sia nell’interpretazione di alcune questioni procedurali (v. ordinanza del 5 novembre 2002 – pubblicata su D&G – n. 8 del 1° marzo 2003, sia rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale che ha deciso la questione con la sentenza n. 5 del 2004.
 
Si segnala il c.d. “processo Juventus per doping” che, a parte il fortissimo impatto mediatico registrato in tutta Europa, ha comportato un enorme impegno professionale e umano, sia nella fase del dibattimento, sia per la motivazione della sentenza, a causa degli interessi in discussione, dei personaggi coinvolti e delle difficili questioni giuridiche e tecnico-scientifiche trattate.
Della sentenza relativa al processo a carico del medico sociale e dell’amministratore delegato della  società Juventus, vi è stata notevole risonanza  sia dai mezzi di informazione e da siti internet, sia da autori di monografie in libri editi anche di recente, sia soprattutto da gran parte delle riviste giuridiche di maggior diffusione.
 
Nell’ambito dei numerosi processi celebrati si ricorda ancora il c.d.” processo Asfaltopoli” con 43 imputati, definito il 28 aprile 2008 in materia di reati contro la pubblica amministrazione.
 
Nella sua veste di Presidente della Prima Sezione Penale, dal gennaio 2009, nonostante la carenza di giudici e di personale amministrativo, presiedendo   due collegi, con il rinvio a giudizio del processo c. d. Eternit ( con oltre 6400 parti civili) e la pendenza di altri processi anch’essi ritenuti di straordinaria portata, quali il processo Exor-Ifil e due processi per strage ferroviaria e strage aerea da caduta di elicottero, ha riorganizzato la Sezione in modo da rendere efficiente l’Ufficio aumentandone la produttività.
 
Nell’ultimo triennio, su delega del Presidente del Tribunale, si è  occupato dell’esercizio dell’azione disciplinare del personale dipendente.
Come giudice monocratico ha celebrato, il processo “Rabellino”, definito in primo grado il 18 ottobre 2012,  in tema di elezioni.
 
Durante l’ultimo periodo, nella  feriale 2013,  il dr Casalbore si è occupato, tra gli altri,  del riesame delle misure cautelari emesse nei confronti dei membri della famiglia Ligresti nel c.d. caso Fondiaria-Sai.
       
        Sul piano professionale, si ricorda che alcuni provvedimenti adottati nel corso della lunga carriera hanno meritato negli anni l’attenzione di riviste giuridiche che li hanno pubblicati.
 
Alcuni sono:
 
-nell’ambito delle emittenti  televisive –  Il Foro Italiano – Anno 1984- parte II- pag. 36; su Il Foro Italiano – Anno 1986- parte II- pag. 231; su Giurisprudenza Penale -1986- pag. 229; su DIR. INF. 1986- giurisprudenza –Pretura Torino – pag. 528;
 
-processo FIAT – per violazione dall’art. 517 del codice penale -, pubblicata su Rivista di Diritto Industriale – Anno 1985 –parte II, pag. 171;
 
-immediata  declaratoria di cause di non punibilità – Giurisprudenza Italiana –Anno 1990- pag. 281;
 
-in tema di intercettazioni – Archivio Nuova procedura Penale- Anno 1994- pag. 490;
  -in tema di stranieri- pubblicazioni  su Diritto e Giustizia- Anno  2003- pag. 91  e su   Il Corriere del merito – n. 4/2007- pag. 497;
 
– ordine di esecuzione, legge ex Cirielli, pubblicato su Il Corriere del merito – n. 11/2006, pag. 1306;
 
-somministrazione di farmaci e di sostanze off label- art. 445 c.p.- pubblicato su Il Corriere del Merito, n. 12/2006, pag. 1443;
 
– processo c.d. Exor-Ifil  – per la violazione dell’art. 185 T.U.F., pubblicata su Cassazione Penale – Anno 2011 – Fasc. 10 – pag. 3565, con nota di Ester Molinaro; sul sito web della Rivista Diritto Penale Contemporaneo; oltre che sulla versione online di molti quotidiani;
 
-processo c.d.   Eternit  – per la violazione degli artt. 434 e 437 c.p., pubblicata su Rivista Penale (Editore: CELT La Tribuna) – Anno 2012 – Fasc. 5 – pag. 472, con nota di Musacchio Vincenzo; su Guida al Diritto n. 42 del 20 ottobre 2012 pag. 12, con nota di Sergio Beltrani; sul sito web della Rivista Diritto Penale Contemporaneo; oltre che sulla versione online di molti quotidiani;
 
Per quanto riguarda la specifica attività di studio ed approfondimento delle tematiche giuridiche, si ricorda che ha offerto un piccolo contributo alla pubblicazione di un quaderno di riflessioni sulla legge 24 novembre 1981, n. 689, all’indomani dell’entrata in vigore di tale normativa ed ho curato la voce “Oltraggio e altre offese all’Autorità” della IV edizione del Digesto penale pubblicato da UTET.
 
Per circa vent’anni, dal 1987 al 2005,  ha collaborato in via continuativa nelle attività scientifiche e didattiche nell’ambito della Cattedra di Diritto Penale I dell’Università degli Studi di Torino (prof. Giuliano Marini), prima come cultore della materia e negli ultimi cinque anni come professore a contratto, con autorizzazione del C.S.M..
 
Negli ultimi  anni è stato invitato più volte dalla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università degli Studi di Torino a tenere  lezioni in materia penale : nel 2008 e 2009 “Delitti dei privati contro la P.A” e “Aberratio ictus, delicti, causae”; nel 2009 “Concorso apparente di norme”; nel 2010 “Principi generali in tema di dolo e di errore, di fatto e di diritto. Applicazioni giurisprudenziali”; “Delitti contro la persona e fatti di omicidio. Omicidio volontario, preterintenzionale, del consenziente, colposo”; nel 2012 e 2013”I delitti dei privati contro la P.A.” e “I delitti contro l’autorità delle decisioni giudiziarie” e “L’esercizio arbitrario delle proprie ragioni”; nel 2013 “ Disastro doloso- art. 434 c.p.” e “Omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro- art. 437 c.p.”
 
Il dr Casalbore è  sempre stato disponibile a partecipare come relatore, senza percepire alcun compenso,  a vari convegni, organizzati da associazioni private o da Organismi della la P.A., anche fuori Torino.
 
Il 18 ottobre 1990, in particolare, è stato incaricato di una relazione sul tema “Processo penale pretorile- Profili- Esperienze operative ad un anno dall’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale”, il cui testo è stato successivamente pubblicato e adottato a cura della Questura di Torino per l’aggiornamento professionale dei Funzionari di P.S..
 
Il 1° dicembre 1992, ha svolto una relazione sul tema “Usura, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” nell’ambito di un convegno svoltosi a Torino, che ha visto la partecipazione di relatori italiani e stranieri e i cui lavori sono stati pubblicati della CEDAM.
 
Tra il 1994 ed il 1996, poi, ha ricevuto incarico dal Ministero di collaborare al corso di qualificazione per assistenti giudiziari nell’ambito, ovviamente, del processo penale.
 
Nel 1996, è stato docente nel corso  di formazione realizzato per il progetto LSU – Ministero di Grazia e Giustizia – Consorzio per la formazione e riqualificazione professionale.
 
Il 21 aprile 1997, su incarico del Consiglio Superiore della Magistratura, ha tenuto una relazione a Frascati, in un corso per magistrati, sul tema “I criteri di imputazione della responsabilità colposa: colpa generica e colpa specifica nell’ambito professionale”.
 
Il 19 giugno 1998,  nella città di Genova, è stato co-relatore con l’allora Procuratore della Repubblica di Palermo, attuale Procuratore di Torino dr Giancarlo Caselli,  sul tema “Futuro scenario europeo, ruolo del P.M. e gli effetti positivi nel conseguente giudizio” nel convegno internazionale organizzato dal Sindacato Autonomo di Polizia su “La polizia giudiziaria nella nuova prospettiva dell’Unione Europea”.
 
Il 26 gennaio 2000,  nuovamente è stato incaricato dal Consiglio Superiore della Magistratura  di una relazione sul tema “Orientamenti giurisprudenziali in particolari settori della responsabilità per colpa: c) responsabilità colposa ed attività produttive” in sede di corso di formazione professionale per magistrati svoltosi a Frascati.
 
Negli anni 2001 e 2002, è stato più volte  docente nell’ambito della formazione  e dell’aggiornamento dei giudici di pace  organizzato dal Ministero della Giustizia.
Nel 2006  è stato nominato dal Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Torino docente, nel corso di formazione organizzato  per i giudici onorari di Tribunale e per i Vice Procuratori onorari.
 
Nel 2008, è stato docente nel corso  di formazione realizzato per il progetto di formazione dei Cancellieri C1 neo assunti – Ministero della Giustizia .
 
Il 13 giugno 2008,  è stato invitato ad intervenire al Convegno organizzato dall’Api di Torino, in tema  “La Sicurezza del lavoro ed il nuovo Testo Unico”.
 
Il 21 settembre  2008 è stato  docente sul tema “Profili penali: attività di Polizia giudiziaria; reati connessi”  nell’ambito del  corso di formazione e aggiornamento sull’irrogazione delle sanzioni amministrative per il servizio trasporti organizzato dalla Provincia di Torino.
 
L’8 dicembre 2010, ha partecipato al Convegno “Applicazione  della recente Legge sull’accertamento dell’invalidità civile e dell’handicap” organizzato dall’A.N.M.I.C. di Torino
 
Il 22 aprile 2013, è stato invitato quale relatore sul tema “Il traffico di interferenze illecite e il reato di corruzione tra privati” nel Convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Forense Torino e Piemonte su “L’Anticorruzione- novità e incertezze interpretative della legge 190 del 6 novembre 2012”.