Chi è stato, il magistrato Giuseppe Casalbore per i colleghi, per la stampa italiana e straniera

Giudice apprezzato da tutti, anche dagli imputati.
Era scrupoloso, serio, onesto, ma soprattutto giusto, senza pregiudizi. 

 Il Consigliere, Dr. Giuseppe Casalbore
Dr. Giuseppe Casalbore

Chi è stato, per i colleghi.

 Il Presidente del Tribunale di Torino, i magistrati e il personale tutto attraverso il  sito ufficiale, si riconoscono nelle parole del Consigliere Raffaele Guariniello di seguito riportate.

Il Dr. Guariniello è stato, sin dal 1976, ai tempi della Pretura penale di piazza IV Marzo – Torino, il collega della porta accanto e conosceva bene l’intensa attività svolta dal dott. Casalbore al punto di riconoscergli i risultati ottenuti e affermare che : “fare il magistrato può essere un mestiere bellissimo”.

 Dal Sito Ufficiale del Tribunale di Torino  

Il Consigliere Dott. Guariniello lo ricorda così: “E’ mancato il giudice Giuseppe Casalbore. Arrivò a Torino nel 1976. Il suo primo incarico fu quello di Pretore. E già allora apparvero chiare le sue profonde doti di magistrato e di uomo: conoscenza del diritto, intuito investigativo, sensibilità per i problemi dei deboli, onestà intellettuale, rigore morale. Quel sacro fuoco di essere giusto, anche a costo di scontentare gli uni o gli altri, anche a costo di essere impopolare. Scomparse le Preture, divenne Giudice e poi Presidente della prima sezione del Tribunale, e anche in questa veste curò procedimenti penali destinati a lasciare il segno nella giurisprudenza del nostro Paese. Memorabile è stata la conduzione di un dibattimento di grande complessità e di enorme impatto internazionale quale quello relativo al disastro ambientale addebitato all’Eternit. Lascia ai più giovani uno straordinario messaggio: fare il magistrato può essere un mestiere bellissimo”.

Il Presidente del Tribunale di Torino, i magistrati e il personale tutto si riconoscono in queste parole; ricordando il dott. Casalbore con affetto e profonda stima si uniscono al dolore dei familiari.
La camera ardente sarà allestita nell’Aula 6 – Ingresso 15 – Seminterrato meno 2

Chi è stato per gli Organi d’Informazione – Alcune sintesi

LA REPUBBLICA
E’ morto il giudice Casalbore oscurò le tv Fininvest
Era ricoverato in una clinica torinese. Negli anni Ottanta fu uno dei pretori che “spensero” le tv di Berlusconi. Celebrò il processo di primo grado ai vertici della Juventus – che condannò – per doping, quindi quello Eternit e quello per il cosiddetto equity swap di Ifil-Exor. Oggi in Tribunale dalle 14 la camera ardente, domani i funerali.
Come pretore penale prima della riforma che aveva abolito le preture, il magistrato aveva affiancato il collega Raffaele Guariniello in clamorosi processi che avevano coinvolto anche i vertici della Fiat per l’importazione di auto prodotte all’estero. Nel 1984 aveva emesso, assieme a colleghi del Lazio e dell’Abruzzo, l’ordinanza che oscurava Canale 5, Rete 4 e Italia 1. In quell’occasione, era stato ribattezzato il “pretore che ha spento i Puffi” (la messa in onda del celebre cartone animato era uno dei punti di forza delle reti Fininvest) e sugli schermi fissi delle tv berlusconiane era stato addirittura pubblicato il numero di telefono del suo ufficio con l’invito ai telespettatori perché protestassero chiamando il magistrato. Un provvedimento del governo Craxi aveva fatto riprendere le trasmissioni poi definitivamente autorizzate grazie alla legge Mammì.

LA STAMPA
A
lui venivano affidati casi giudiziari importanti, complessi, che spesso conquistavano le prime pagine dei giornali. Il nome del giudice Giuseppe Casalbore è strettamente legato a una sentenza che non ha soltanto un peso rilevantissimo per la giurisprudenza italiana, ma è di portata mondiale: quella che pronunciò, il 13 febbraio 2012, condannando i patron dell’Eternit per il disastro doloso provocato dall’amianto, con la conseguenza di migliaia di vittime. 

Fu considerato il più imponente processo – per la mole di documenti, per le migliaia di parti civili, per il numero di avvocati, di consulenti e testimoni – mai celebrato per reati ambientali, forse addirittura nel mondo. Casalbore, presidente del collegio giudicante, riuscì a compiere un’impresa che molti ritenevano impossibile: arrivò al verdetto in poco più di due anni (l’avvio era stato il 10 dicembre 2009 e la discussione si era conclusa a inizio novembre 2011). Questa è la sentenza che lo distinguerà per sempre non solo per la giurisprudenza italiana, ma nel mondo!Negli anni Ottanta fu uno dei pretori che oscurarono le tv Fininvest. Celebrò il processo di primo grado ai vertici della Juventus – che condannò – per doping.

 IL MESSAGGERO
Morto Casalbore, il giudice che oscurò la Fininvest e condannò la Juve.
TORINO – Nel 1984, da pretore, aveva oscurato le tv di Berlusconi e aveva multato Gianni e Umberto Agnelli per delle irregolarità nell’importazione di automobili.
Da giudice di tribunale condannò (in primo grado) i dirigenti della Juve per doping e seppe gestire la monumentale complessità del maxi processo Eternit.
Giuseppe Casalbore, uno dei magistrati più conosciuti e stimati nel panorama giudiziario torinese, dove era arrivato nel 1976, è morto la scorsa notte, a 67 anni, dopo aver lottato per mesi contro una malattia terribile. Casalbore è stato il giudice di alcuni dei casi più importanti e delicati degli ultimi trent’anni. Processi da prima pagina che gestiva con una severità e con un piglio che incutevano un vero e proprio timore negli avvocati e nei pubblici ministeri. Nelle sue udienze non si poteva bisbigliare, non si poteva sfogliare il giornale e guai se squillava un telefonino: le sue sfuriate erano proverbiali. Una volta interruppe un avvocato con una battuta di spirito, e quando i presenti si misero a ridere (avvocato compreso) si accigliò e disse «basta, non siamo a teatro». Ma dietro l’aria burbera si nascondeva un giudice apprezzatissimo dagli addetti ai lavori per il rigore e lo scrupolo con cui valutava le prove e le testimonianze, e per la serietà con cui tirava le sue conclusioni.

IL GIORNALE D’ITALIA
E’ morto nella notte nella clinica torinese in cui era ricoverato per una grave malattia, il giudice Giuseppe Casalbore del Tribunale di Torino. Uno dei magistrati piemontesi più apprezzati e conosciuti. A lui venivano affidati i casi giudiziari più importanti, complessi. 

Il Presidente della prima sezione penale ha lavorato fino ad agosto, indomito. Fino a quando ha avuto le forze. Era un giudice per bene, apprezzato e soprattutto onesto. Prerogativa rara di questi tempi. Negli anni ’80  fu uno dei pretori che oscurarono le tv Fininvest. Casalbore celebrò poi il processo di primo grado ai vertici della Juventus, che condannò per doping. Fu protagonista in quello Eternit e diventò famoso per il piglio inflessibile con cui conduceva le udienze. Casalbore era apprezzato da tutti, anche dagli imputati. Era scrupoloso, serio, ma soprattutto giusto, senza pregiudizi. 

IL MONFERRATO
Giuseppe Casalbore, giudice del tribunale di Torino, è morto nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 ottobre in una clinica del capoluogo piemontese. Tanti monferrini lo hanno conosciuto per aver presieduto il primo grado del processo Eternit. Storica la lettura della sentenza avvenuta lunedì 13 febbraio alle ore 13,15 che ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier. Casalbore ha seguito casi giudiziari importanti come l’oscuramento delle tv Fininvest e il processo di primo grado ai vertici della Juventus.

l’Associazione Famigliari Vittime Amianto, i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Casale Monferrato e Cavagnolo.
Hanno voluto ricordare il giudice del processo Eternit: «Per le udienze del maxi processo penale Eternit di primo grado lo abbiamo seguito costantemente, diventando quindi un volto famigliare per le centinaia di vittime dell’amianto (ammalati e famigliari dei deceduti) sempre presenti.

Assieme alla storica sentenza del 13 febbraio 2012 rimane per tutti noi indimenticabile, con profondo dolore, l’ammirazione e la riconoscenza per le grandi doti con le quali il dottor Giuseppe Casalbore ha saputo condurre un processo penale enormemente complesso e mai intentato finora.

NUOVA SOCIETA’  di Diego Novelli
Addio a Giuseppe Casalbore, il giudice del processo Eternit

 È stato il giudice di tutti gli ultimi grandi processi torinesi, come quello sul caso Eternit, quello del doping, quello sulla vicenda Ifil Exor. Negli anni ’80 fu uno dei pretori che oscurarono le reti Fininvest.
Casalbore svolgeva il suo compito con una dedizione quasi sacerdotale: attentissimo alla forma, che in un’aula di giustizia molto spesso è anche sostanza, era esigente prima verso sé stesso, poi per le parti, accusa e difesa, allo stesso modo, senza sconti e senza risparmiare qualche ramanzina. Le sue domande avevano il pregio di rendere immediatamente comprensibile il vero cuore di ogni processo. Il suo modo di gestire il processo rivelava non solo il suo scrupolo per l’applicazione delle leggi, ma anche il suo fortissimo senso di giustizia e di responsabilità verso quel popolo italiano in nome del quale si pronunciano le sentenze.

LIBERO – TORINO OGGI

Giudice del tribunale di Torino, magistrato tra i più stimati ed apprezzati, fu spesso protagonista delle cronache italiane e ‘arbitro’ di casi giudiziari da prima pagina.
Negli anni Ottanta oscurò le reti televisive della Fininvest.Condannò inoltre in primo grado il medico della Juventus, Riccardo Agricola, nel celebre processo alla società bianconera per doping.

TORINO TODAY
Era uno dei magistrati più conosciuti e apprezzati del Tribunale di Torino. Tra i tanti casi seguiti anche quello Fininvest che, negli anni Ottanta, finì con l’oscuramento di alcuni canali tv.
Nella sua lunghissima carriera legale gli sono stati affidati alcuni dei casi giudiziari più delicati e complessi e spesso è finito in prima pagina con le sue sentenze.

BEFAN.IT
Giudice del Tribunale di Torino, magistrato tra i più stimati ed apprezzati, fu spesso protagonista delle cronache italiane e ‘arbitro’ di casi giudiziari da prima pagina. Negli anni Ottanta, per esempio, celebrò il processo che portò all’oscuramento delle reti televisive della Fininvest.
Condannò inoltre in primo grado il medico della Juventus, Riccardo Agricola, nel celebre processo alla società bianconera per doping.

IL JOURNAL

E’ scomparso uno dei magistrati italiani più seri e coraggiosi della storia degli ultimi vent’anni: Giuseppe Casalbore. A lui si deve il processo più importante per reati ambientali

Casalbore aveva celebrato altri processi molto noti, come quello ai dirigenti della Juventus, che condannò nel dibattimento di primo grado per doping, quello dell’equity swap della Fiat (l’operazione finanziaria che consentì alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo dell’azienda anche dopo la conversione di un mega-prestito delle principali banche italiane – in quell’occasione Casalbore aveva assolto Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens) e infine il processo di primo grado contro i proprietari dell’Eternit per le migliaia di morti provocate dalla lavorazione dell’amianto a Casale Monferrato e in altri centri di produzione italiani.
Fu considerato il più imponente processo – per la mole di documenti, per le migliaia di parti civili, per il numero di avvocati, di consulenti e testimoni – mai celebrato per reati ambientali, forse addirittura nel mondo. Casalbore, presidente del collegio giudicante, riuscì a compiere un’impresa che molti ritenevano impossibile: arrivò al verdetto in poco più di due anni (l’avvio era stato il 10 dicembre 2009 e la discussione si era conclusa a inizio novembre 2011).

LaPresse
Torino, morto il magistrato Giuseppe Casalbore, uno dei pretori che il 16 ottobre 1984 avevano oscurato le tre reti Fininvest ritenendo che essere violassero la normativa allora vigente in materia di divieto di interconnessione tra tv locali.

Da IL CORRIERE  (Quotidiano dell’Irpinia)  PUBBLICA:  Addio al “pretore di ferro”

CORDOGLIO ANCHE IN IRPINIA PER LA SCOMPARSA DEL MAGISTRATO GIUSEPPE CASALBORE
AVELLINO, 27.10.2013 – Se ne è andato in silenzio. Quello che aveva sempre preteso con rigore nelle sue aule. Da «pretore» prima e da presidente di una delle più importanti Sezioni del Tribunale di Torino. Giuseppe Casalbore, avellinese doc, anche tifoso dei Lupi, si è spento in una clinica torinese, dove da tempo combatteva con una terribile malattia. Casalbore, nato e vissuto fino all’avvio della sua carriera in magistratura ad Avellino. Classe 1946, famiglia originaria del centro cittadino, sposato, un figlio, Antonio, studi al Colletta e poi alla Federico II. Nel 1975 arriva l’incarico in magistratura, pretore a Torino, dove diventa famoso per il suo tratto di ruvidità e rigidità. Ad Avellino lo legava la fede calcistica, come notarono tutti i quotidiani nel maggio 2002, quando fu sorteggiato come giudice del processo per il doping ai vertici Juve.

Da ieri, nella sede dove per anni è stato chiamato a decidere su procedimenti di rilevanza nazionale, nel Tribunale di Torino, è stata allestita la camera ardente. Quella dove non sono mancati anche avellinesi giunti a dare l’estremo saluto ad un magistrato esemplare e soprattutto integerrimo come Casalbore. Basti ricordare le parole che ha usato per comunicarne la scomparsa il Procuratore Raffaele Guariniello: «E’ mancato il giudice Giuseppe Casalbore. Arrivò a Torino nel 1976. Il suo primo incarico fu quello di Pretore. E già allora apparvero chiare le sue profonde doti di magistrato e di uomo: conoscenza del diritto, intuito investigativo, sensibilità per i problemi dei deboli, onestà intellettuale, rigore morale. Quel sacro fuoco di essere giusto, anche a costo di scontentare gli uni o gli altri, anche a costo di essere impopolare. Scomparse le Preture, divenne Giudice e poi Presidente della prima sezione del Tribunale, e anche in questa veste curò procedimenti penali destinati a lasciare il segno nella giurisprudenza del nostro Paese. Memorabile è stata la conduzione di un dibattimento di grande complessità e di enorme impatto internazionale quale quello relativo al disastro ambientale addebitato all’Eternit.

Lascia ai più giovani uno straordinario messaggio: fare il magistrato può essere un mestiere bellissimo».

E’ proprio grazie al magistrato che si è aperta una vera e propria speranza anche per uno dei più gravi disastri ambientali che si registrano nella nostra provincia, quello dell’ex Isochimica. Anche perchè, proprio Casalbore è stato il presidente della Corte che dopo due anni di dibattimento ha emesso la storica sentenza di primo grado per il processo Eternit. I fatti contestati si riferiscono a un arco di diversi decenni a partire dal 1952. Sono alcune migliaia i morti e i malati di tumore individuati tra lavoratori e cittadini nell’inchiesta condotta dal procuratore Raffaele Guariniello, che ha definito il processo «un punto di riferimento mondiale». Anche perchè il 13 febbraio 2012, a Torino, erano giunte televisioni e giornalisti da tutto il mondo. Una sentenza di condanna durissima per i due imputati. Sedici anni ciascuno di carcere al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e al barone belga Louis De Cartier.

I due rispondevano di disastro doloso per la morte di numerosi operai per l’amianto. Il tribunale li ritenne colpevoli del reato solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (To) e Casale Monferrato (Al). Maxi risarcimenti, in tutto 80 milioni di euro, sono stati decisi poi a favore delle parti civili che si sono costituite nel processo Eternit. Spiccano i risarcimenti decisi a favore del Comune di Casale Monferrato (25 milioni di euro), della Regione Piemonte (20 milioni) e dell’Inail (15 milioni) e del comune di Cavagnolo (4 milioni). Alle centinaia di familiari venne riconosciuto un risarcimento medio di 30.000 euro ciascuno.

Una sentenza storica. Mondiale. Quella confermata e anzi anche aggravata nel processo di secondo grado davanti alla Corte di Appello. Anche grazie al coraggio del «pretore di ferro».